Itinerari e percorsi turistici in camper a Napoli
Itinerario Turistico in Camper tra Pompei ed Ercolano
Molti sostengono che i siti archeologici esistenti tra Pompei
ed Ercolano siano forse quelli meglio conservati nel mondo. Se questo
rappresenta già un buon motivo per una visita, l'importanza che riveste sotto
l'aspetto religioso il Santuario della Madonna del Rosario, la presenza
di numerose ville vesuviane di pregevole fattura situate praticamente
alle falde del Vesuvio rendono questo itinerario in camper una avventura irripetibile.
La città di Pompei, le cui origini risalgono al VI secolo a.C., passò
attraverso alterne vicende fino al definitivo controllo di Roma nell'80 a.C.
come colonia con il nome di Cornelia Veneria Pompeianorum. Ercolano,
invece, dovette sottomettersi con il titolo meno prestigioso di Municipium.
Nonostante la loro vicinanza le due città svolgevano funzioni completamente
diverse: Pompei era un fiorente centro commerciale arricchitosi con
gli scambi fluviali che avvenivano lungo il fiume Sarno, tra la costa e l'interno
della regione; posta sulla strada tra Cuma, Napoli e le regioni meridionali,
era inoltre al centro di una importante regione vinicola. Ercolano era invece
una città residenziale e di svago per i facoltosi cittadini romani
della zona.
Impossibile non menzionare l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che seppellì
le due città sotto una spessa coltre di cenere e lapilli.
L'antica Pompei, a pianta ellittica, era divisa da un regolare reticolo di
strade che si intersecavano ad angolo retto. Le case erano prevalentemente
a due piani, con giardino o cortile interno e decorate da rivestimenti architettonici
e pitture del più alto interesse. Il Foro, vasta piazza rettangolare,
rappresentava il fulcro della vita politica religiosa ed economica cittadina,
vi sorgevano i principali edifici pubblici. Erano presenti due teatri: il
Teatro Piccolo, una costruzione dell'80-75 a.C. e il Teatro Grande,
capace di 5.000 spettatori, che risale all'età ellenistica (200-150 a.C.).
Le più grandi terme della città erano le Terme Stabiane, costruite
in età sannitica e rifatte in quella imperiale. Le decorazioni a stucco, di
età flavia, sono fra i più notevoli esempi del genere.
Tra le numerose abitazioni di notevole bellezza, la Casa dei Vettii
è uno dei più interessanti esempi di casa di ricchi mercanti, mentre la Villa
dei Misteri è forse la più importante costruzione di Pompei; motivo principale
del suo interesse è il ciclo di pitture del I secolo a.C. che decora la Sala
del grande dipinto.
Le mura di Pompei rappresentano uno dei più importanti sistemi di fortificazione
di città italica preromana che siano giunti fino a noi. In esse si notano
non meno di quattro fasi di costruzione. Nel corso del II secolo a.C. le difese
vennero ulteriormente rinforzate e alla fine, verso il I secolo, furono aggiunte
dodici torri.
Pompei aveva sette porte, cinque delle quali comunicavano con importanti
strade esterne. Subito fuori le mura si estendevano grandi aree principalmente
adibite a cimiteri, dal momento che le sepolture e le cremazioni erano proibite
all'interno della città.
Numerosi altri edifici meritano una particolare attenzione. Tra questi si
ricordano: la Casa del Menandro, la Casa di Loreius Tiburtinus,
la Casa degli Amorini dorati, la Casa del Fauno, la Villa
di Diomede, l'Anfiteatro.
Di notevole interesse sotto l'aspetto strettamente turistico-religioso risulta
il Santuario della Madonna del Rosario di Pompei; il Santuario e' uno
dei centri di devozione mariana più frequentati in Italia e, strutturalmente,
si presenta a croce latina con tre navate. Entrando in Basilica dalla porta
centrale, si passa sotto la monumentale cantoria, con bellissimi intagli,
sede di uno dei migliori organi inaugurato nel lontano 1890. L'interno è ricco
di marmi, affreschi e mosaici, presenta 4 maestosi pilastri che sostengono
la monumentale cupola; sull'altare maggiore e' custodita il quadro della Vergine
del Rosario con il Bambino. Si tratta di un'antica tela, forse del ‘600,
ornata da numerose gemme e racchiusa da una ricca cornice di bronzo. Adiacente
è la sala del tesoro, che custodisce preziosi ostensori, calici e altri arredi
sacri, e il piccolo museo, nel quale sono esposti ex voto e oggetti
donati dai pellegrini.
Ad Ercolano e nei comuni costieri limitrofi è possibile ammirare le 121
ville vesuviane costruite tra il XVI e il XVIII secolo molte delle quali
risultano ben conservate. Da un punto di vista strettamente architettonico,
le ville presentano le caratteristiche tipiche degli stili barocco e rococò:
gusto scenografico, uso sapiente degli effetti prospettici con le architetture
a far da quinte su fondali costituiti dal Vesuvio e dal mare, mescolanza spregiudicata
degli ordini architettonici. Negli interni grande attenzione è data al piano
nobile, arricchito da terrazzi e affreschi che suggeriscono, spesso, gli stessi
paesaggi visibili all'esterno. Tra le ville di maggior pregio spiccano Villa
Campolieto costruita nella metà del 700 da Vanvitelli, recentemente restaurata,
e Villa Favorita.
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Itinerario Turistico in camper nella penisola sorrentina
L'itinerario in camper che andiamo a proporre raggruppa al suo interno uno
dei tratti di litorale marino tra i più belli e conosciuti al mondo,
ricco di bellezze paesaggistiche e monumentali; nonostante tanta fama siamo
sicuri di essere riusciti a trovare in quest'area alcuni siti altrettanto
interessanti che, data l'immensa quantità di cose da visitare, vengono spesso
trascurati o quanto meno sottovalutati.
A circa cinquanta chilometri a sud di Napoli, si estende la Penisola Sorrentina;
la Penisola è una stretta lingua di terra che, grazie alla sua conformazione
morfologica, è stata sin dai tempi più remoti il luogo ideale per gli insediamenti
abitativi.
Il visitatore che raggiunge questi luoghi è colpito dall'azzurro intenso del
mare e dal verde brillante dei limoni. In questo scenario incontaminato
non resta che tuffarsi in un itinerario che ci porterà ad apprezzare le bellezze
paesaggistiche ed artistiche di quest'angolo di paradiso.
L'itinerario parte alle falde monte Faito raggiungibile in pochi minuti
con la funivia; alto 1103 metri, fa parte della catena dei Monti Lattari.
Il monte è un'enorme terrazza con vista sospesa tra cielo e mare; da qui si
può ammirare un panorama emozionante che parte dal golfo di Salerno fino al
Golfo di Napoli, passando per Ischia, fino ai Faraglioni di Capri.
È un susseguirsi meraviglioso di colori che cambia ad ogni stagione: dai toni
bruni in autunno, al bianco d'inverno, alle tonalità brillanti della primavera
e dell'estate. Il monte si estende per più di cento ettari tra bosco e macchia
mediterranea ed è possibile effettuare, attraverso i suoi sentieri, delle
bellissime passeggiate a contatto con uno spettacolo della natura senza dubbio
indimenticabile.
Vico Equense si trova ai piedi del monte Faito a metà strada tra Sorrento
e Castellammare di Stabia, su un promontorio roccioso a picco sul mare che
si affaccia sul meraviglioso golfo di Napoli. La città, fondata nel XIII secolo
da Carlo II d'Angiò, oggi è una stazione turistica molto apprezzata
per sua lunga costa frastagliata e di grande bellezza, ricca di piccole spiagge
e incantevoli calette, alcune raggiungibili solo dal mare, con pareti a strapiombo
e rocce dalle forme insolite che si aprono su grotte naturali molto suggestive
e sorgenti di acque minerali.
Nel paese esistono numerose testimonianze del suo passato: l'ex Cattedrale
o chiesa dell'Annunziata costituisce l'unico esempio di chiesa gotica nella
penisola sorrentina. Essa sorge nel centro storico, l'interno è a tre navate
di cui quella centrale custodisce importanti opere d'arte come le tele di
Giuseppe Bonito. Ricordiamo anche il Castello Giusso, fondato da Carlo
II d'Angio' e poi rimaneggiato tra il '600 e l''800, l'Antiquarium,
che custodisce materiale archeologico proveniente da una necropoli scoperta
nella zona urbana e datata tra VII ed il V secolo a. C. ed il prestigioso
Museo Mineralogico Campano che custodisce campioni di circa 3500 minerali
provenienti da tutto il mondo.
Sorrento è tra le più belle e famose località della penisola sorrentina;
la leggenda narra che un tempo nel mare di Sorrento abitassero le mitiche
Sirene che tentarono Ulisse con un canto melodioso.
Sotto il profilo storico-artistico Sorrento è ricchissima di emergenze di
immenso valore; tra le tante sono molto interessanti il Duomo, il Palazzo
Correale e il Museo Correale di Terranova.
Il Duomo, risalente all'XI secolo ma ristrutturato nel XV secolo, si colloca
in un complesso di cui fanno parte la Sede Vescovile, da sempre punto
di riferimento per la comunità cattolica di tutta la Penisola Sorrentina ed
il Seminario. L'interno e' a croce latina e a tre navate dove sono ben conservate
statue marmoree e tele. Palazzo Correale ha la facciata ornata da bifore
in tufo scuro, con varie forme e disegni. Infine un bellissimo finestrone
insiste su corti sostegni polistili sostenuti da mensole e sormontati da capitelli
gotici a forma di foglie d'acanto.
Il Museo Correale di Terranova conserva importanti raccolte di marmi
e statue greche, romane e medievali ritrovate nelle città e nelle zone limitrofe,
dipinti di nature morte e paesaggi di autori stranieri. Nel centro storico
di Sorrento, alle spalle di Piazza Torquato Tasso, illustre concittadino,
c'è la possibilità di ammirare dall'alto uno spettacolo naturale straordinario:
il Vallone dei Mulini. Il Vallone circonda, sul lato sud-est, il blocco
tufaceo dell'attuale centro storico; osservandolo dall'alto è visibile una
caratteristica ferita della roccia, che incide in profondità la piattaforma
tufacea in senso trasversale. Questa incisiva ferita è stata originata dalla
più vasta eruzione che sconvolse il Mediterraneo circa 35.000 anni fa. Sulla
piazza stessa prospetta la chiesa di Santa Maria del Carmine mentre,
al limite sud della piazza, è la Casa Correale risalente alla fine
del XV secolo ma ricostruita nel 1768. Bella è la decorazione maiolicata nella
parete di fondo del cortile.
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Itinerario Turistico in camper nei Campi Flegrei
L'origine del nome Campi Flegrei (phlegraios =
ardente) è greca, ed è stato attribuito al luogo per l'attività' vulcanica,
evidente ai primi navigatori egei.
E’ una terra affascinante per il paesaggio dolce
e vario, per la miriade di crateri spenti, alle cui assopite attività vulcaniche,
sono connessi i fenomeni di bradisismo e termalismo.
E’ una terra affascinante per il paesaggio dolce e vario, per la miriade
di crateri spenti, alle cui assopite attività vulcaniche, sono connessi i
fenomeni di bradisismo e termalismo. Terra fertilissima e soleggiata, sottoposta
ad un clima mite, con facili e naturali approdi, fu sede di primitive e mitiche
popolazioni
I Campi Flegrei sono sempre stati un luogo di
grande fascino storico-archeologico e d’importante interesse geologico-naturalistico.
Fin dal lontano VIII secolo a. C. i Greci costituirono a Cuma il loro primo
insediamento continentale nella Penisola italiana. Successivamente, i romani
fecero di Puteoli (l'attuale Pozzuoli) un fiorente centro marittimo
e commerciale, nonché un porto di grande rilievo strategico.
Inoltre, sfruttando il carattere vulcanico della
zona, in epoca romana si crearono dei centri termali che, uniti al fascino
naturalistico e culturale dei luoghi, fecero dei Campi Flegrei (Phlegràios
= ardente) un sito ambito da tutta l’aristocrazia di Roma. Lo straordinario
interesse culturale è testimoniato inoltre dall’ambientazione di alcuni episodi
dell’Odissea di Omero e di tanti altri dell’Eneide di Virgilio, il quale scelse
poi di abitare queste terre sino alla fine della sua vita. Storia, mito, la
terra infuocata dei vulcani e la mano esperta dell’uomo, le rovine greche
e romane (tra cui anche il leggendario “Antro della Sibilla”), le bellissime
oasi naturalistiche, i laghi vulcanici e i crateri, ancora attivi, rappresentano
validi motivi per visitare queste terre.
CUMA (Kymè)
Sulle origini della città, l'ipotesi più verosimile
è che essa fu fondata intorno all'VIII sec. a. C. dagli abitanti della vicina
Pithekoussai (Ischia) provenienti dalle città euboiche di Calcide ed Eretria.
Cuma divenne ben presto una città fiorente e potente, estendendo i suoi confini
sul golfo flegreo e partenopeo fino al 421 a.C. quando fu conquistata dai
Campani. Verso la fine della repubblica, quando Puteoli divenne il porto principale
di Roma, Cuma decadde in breve tempo e fu ricordata solamente come luogo tranquillo,
solitario e di culto per la presenza dell'antro oracolare della Sibilla. Nel
Medio Evo divenne stabile dimora di predoni che furono debellati da una lega
campana nel 1207, con la totale distruzione della città.
Tra i vigneti, il verde della pineta ed il mare,
si erge in tutta la sua maestosità il più importante sito archeologico che
rappresenta la più antica colonia greca in Italia, l'Acropoli dove vivono
ancora imponenti costruzioni quali simboli dell'antica grandezza di Cuma come
l’antro della Sibilla, il Tempio di Apollo e il cosiddetto Tempio di Giove.
Dall'alto della rupe, guardando ad oriente, si può ammirare l'Arco Felice
che permetteva il collegamento di Cuma con la via Domiziana. Nella piana si
possono osservare il Capitolium, il Foro e le Terme Imperiali.
POZZUOLI
Cuore dei Campi Flegrei, al centro del golfo meraviglioso
che si dispiega tra i promontori di Posillipo e di Miseno, Pozzuoli ha giocato
un ruolo fondamentale nella vicenda storica di questa terra, che ha caratterizzato
cicli di civiltà e tutt’ora offre un vasto campionario di fenomeni scientifici
e un paesaggio inconfondibile.
Occupata dai Cumani nella loro azione espansionistica
lungo l’arco di quel golfo, che da loro fu chiamato "cratere cumano",
Pozzuoli rappresentò uno dei cardini della potenza navale di Cuma, una delle
chiavi della sua strategia sul mare.
Gruppi, provenienti dall’isola greca di Samos, sbarcarono
a Pozzuoli intorno al 528-529 a.C. e fondarono sull’acropoli la colonia di
Dicearchia.
Dicearchia significa "governo giusto" o "dei
giusti", volendosi ribadire che a Samos, da loro abbandonata, un governo
dispotico aveva preso il sopravvento. La calata devastatrice dei Sanniti su
Cuma travolge nel 420 a.C. anche il territorio della nobile e vetusta polis
della Magna Grecia. Così, sotto i colpi degli scatenati Sanniti crolla Dicearchia,
che passa sotto l’influenza e nell’orbita della grande rivale del mondo ellenico,
Capua. Pozzuoli pagò duramente, come del resto tutta la zona Flegrea, l’invasione
annibalica. Quando i legionari di Roma si portarono nella roccaforte dicarchica
per rafforzarla e tenerla fuori dalle grinfie del grande condottiero cartaginese,
ebbero modo di constatare l’estrema indigenza, in cui versava, nell’infuriare
della seconda guerra punica. Fu nel 215 a.C. che – per decisione del Senato
di Roma – Dicearchia (divenuta poi Puteoli) fu occupata da Quinto Fabio, che
vi stabilì un presidio militare. Nel 194 a.C., l’antica Dicearchia (dicaiarchia)
dei greco-sami si fregia del nome romano, da cui deriva l’attuale eponimo.
Diventa colonia.
Quale fu il motivo, che spinse i Romani a battezzare Dicearchia col diminutivo
di "piccoli pozzi"? Il dotto filologo Terenzio Varrone, che dalle
parti di Baia possedeva una villa, non ha dubbi nell’affermare che Puteoli
derivi da "a puteis" cioè dai "pozzi" e Puteoli è un diminutivo
al plurale (puteolus, puteoli). Varrone si richiama all’abbondanza delle acque
fredde e calde, non trascura nemmeno il "putore" dello zolfo e dell’allume,
che sprigiona sia il Forum Vulcani (la Solfatara), sia i tanti spacchi del
suolo fumarolico. Per Strabone, la romana Potioloi non si spiega che
con i tanti piccoli suoi pozzi e fa un pensierino anche alle acque minerali.
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